mercoledì 9 febbraio 2011

4 bambini

Non voglio fare politica, ma anche si.
Non voglio sembrare qualunquista o peggio ancora scadere nel finto moralismo.
Non voglio essere patetica, ma non voglio neanche far finta di niente.
Vorrei solo smettere di sentire questa fitta nello stomaco,
smettere di pensare che in fondo ci si deve rassegnare.
Ecco, è la rassegnazione che mi fa paura...

In un campo fatto di baracche, 4 bambini sono morti carbonizzati.
Mi ricordo di un film nel quale un avvocato alla fine dell'arringa
nella quale aveva raccontato le violenze subite da una bambina di colore
diceva : "e ora immaginate che quella bambina sia vostra figlia"
(o una cosa del genere, comunque il senso è quello).
Ora si rincorrono le accuse,
si dice che servono poteri speciali,
tutti i giornali si affrettano a fare indagini,
spuntano i dossier, si snocciolano i dati,
si contano i casi di morti simili,
ma è tutto un vuoto ripetersi di dialoghi già sentiti,
un copione già girato, un film già visto e rivisto.

Insomma, io non lo so qual'è la soluzione,
non so se gli zingari fanno una cosa o un'altra,
se vivono bene o male,
se hanno ragione o torto,
non lo so e non voglio pronunciare frasi fatte.
La mia domanda è: noi dove eravamo?
dove avremmo dovuto essere e come mai non ci siamo indignati?
Perchè ci lasciamo coinvolgere ogni volta in simili tragedie
e non abbiamo mai il piacere di non dover più sentire storie del genere?
Come è possibili che 4 bambini muoiano carbonizzati
e che la nostra attenzione non sia concentrata su questo?
Da mamma sono vicina a quella mamma,
da cittadina sono stravolta perchè tutto questo non è giusto.
C'è qualcosa che non va e sarebbe bene che tutti
ci mettessimo intorno ad un tavolo,
e provassimo a cercare una soluzione.

Prima di tutto riconoscendo la nostra ignoranza
e soprattutto provando a parlare con i Rom,
provando a chiederci e chiedendo loro
come ci si può venire incontro,
come si può convivere senza per forza doversi sopportare.
Il mio augurio è che una tragedia del genere non si ripeta,
e che nessun figlio debba più essere seppellito prima dei suoi genitori.

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