mercoledì 29 gennaio 2014

Desirèe. Le donne ferite.Le donne rinate

Segnalo volentieri, per chi è a Napoli dal 3 al 7 febbraio, 
questa interessante mostra fotografica.
Ho collaborato con Desirée, autrice delle foto,
in diverse occasioni.
Ne apprezzo la capacità visionaria, la fattività
e soprattutto,
la grana umana.
Quindi so, che queste foto sono sincere.
Il concept della mostra,
lo virgoletto direttamente dalle sue parole:
"Rebirth è un viaggio intorno alle storie di vita di donne 
che per  motivi fisici o emotivi si sono trovate paralizzate dalla paura, 
dall’oppressione del dolore e che poi con coraggio 
hanno dato un nome diverso alla loro sofferenza  
trasformandola in qualcosa di utile per se stesse e per gli altri. 
Trasformazione che solo la forza creatrice e dirompente della donna 
sa irrompere nelle ferite più grandi.  
Rebirth è una celebrazione della cicatrice come peculiarità di bellezza. 
Il segno non va cancellato ma va amato e integrato come punto di forza personale"

Questa è la sua storia.


L’AUTRICE:
" La fotografa si fa porta voce di queste storie 
ma in parte narra anche la sua, una delle tante ferite, 
forse la più leggera che però ha risvegliato anche le più antiche.
Scoprendo di avere una malattia rara che la porta spesso ad essere immunodeficiente , 
verifica  sulla sua pelle quanto la società non sia pronta ad accettare la malattia, il dolore. 
Ma scopre anche che, quando essa stessa affronta tutto ciò con il sorriso disarmante, la gente non ha più paura, è curiosa e positiva.

Il veicolo di questo percorso è una mascherina sterile di quelle usate per evitare contagi.

L’autrice ne disegna tante, diverse tra loro  con sorrisi, baffi, linguacce, labbra rosse.

Le stesse mascherine, scoprirà,  
 saranno il mezzo per rompere il muro del silenzio con le persone.

Non tutte le barriere dividono!

Per questo motivo alla mostra si prevede di regalare mascherine disegnate, 
per lasciare un segno, un’esperienza, per riderci su e allo stesso tempo rifletterci."

Mascheriniamoci. ;)


martedì 28 gennaio 2014

liberateci. Dateci un luogo "polemicheinutili-free"

Da poco rientrata da un meraviglioso viaggio all'estero
già mi cascano le braccia.
Leggo oggi, e sento la notizia anche al tg,
nonchè me lo ritrovo come post consigliato su fb,
della nuova polemica, tutta italica
sui luoghi Child free.
Per quelle due persone in tutto il paese che non sappiano di che si tratta,
qui l'articolo della, sempre sul pezzo, Repubblica.
Che comunque, giustamente, da testata giornalistica, fa il suo mestiere.
Però per favore, dopo aver letto l'articolo leggete i commenti.
Immediatamente si coglie la divisione della popolazione
in due grandi schieramenti.
Chi si sente, forse anche giustamente discriminato
e chi, altrettanto giustamente sostiene che sia giusto non farsi rompere i coglioni dai figli altrui.
Allora, qualche anno fa, per motivi lavorativi
ho visitato un hotel di lusso, super lusso, superlussissimo,
con orrendissimo attico terrazzato vista meraviglia,
con orrendissime statue di putti su piedistalli di cristallo
e la persona che mi accompagnava ci tenne a specificare che
"OVVIAMENTE i bambini non erano ammessi"
All'epoca pensai che fosse una stupidaggine e che avrebbero dovuto fare la fame.
Poi sono diventata mamma.
E penso che non porterei mai mia figlia nel superattico orrendo e terrazzato
proprio per risparmiarle la bruttura dei putti sui piedistalli.
Ma la domanda è: se una o uno decidono di non avere figli,
ce l'avranno il sacrosanto diritto di non doversi accollare quelli degli altri?
Secondo me si.
E secondo me, se una/uno i figi non li vuole,
per scelta e non per costrizione,
avrà diritto a stare in santa pace?
Piuttosto, se avessi un capitale da investire,
io aprirei un hotel dei bambini
con annesso ristorante con accesso vietato ai genitori
e con tanto di cartello all'ingresso.
QUI GLI ADULTI NON SONO AMMESSI
QUI SOLO SCHIAMAZZI E CACIARA.